venerdì 29 dicembre 2006


Dea Madre

domenica 17 dicembre 2006

DNA

MITOSI

DUE

DUE (retro)

L’idea del centro

L’idea del centro ha una grandissima importanza per tutte le tradizioni antiche anche se per i moderni non evoca più tutto ciò che vi scorgevano i nostri antenati.
Il Centro è, prima di tutto, l’origine il punto di partenza di tutte le cose; è il punto principale senza forma e senza dimensione, dunque invisibile, e di conseguenza, la sola immagine che si possa dare dell’Unità primordiale. Da esso sono prodotte, per irradiazione, tutte le cose, come l’Unità produce tutti i numeri, senza che la sua essenza ne venga alterata in alcuna maniera. Il punto centrale è il Principio l’Essere puro; e lo spazio che esso empie del suo irradiamento e non esiste che per questo irradiamento, senza il quale lo spazio non sarebbe che “ privazione e nulla”, è il Mondo nel senso più ampio della parola, insieme di tutti gli esseri e di tutti gli stati di esistenza che costituiscono la manifestazione universale.
La sua rappresentazione più semplice, è il punto al centro del cerchio. Il punto è l’emblema del Principio, il cerchio quello del Mondo. E’ impossibile far risalire l’uso di questa raffigurazione a qualsiasi origine nel tempo, poiché la s’incontra frequentemente su oggetti preistorici; indubbiamente è uno dei segni che si ricollegano della tradizione primordiale.
Talvolta, il punto è circondato da più cerchi concentrici che sembrano rappresentare i diversi stati o gradi dell’esistenza manifestata, disponentisi gerarchicamente secondo la loro maggiore o minore distanza dal Principio primordiale. Il punto al centro del cerchio è stato anche assunto, e probabilmente fin da un’epoca assai remota, come una figura del sole, perché esso nell’ordine fisico è realmente il centro o il “Cuore del Mondo”; e tale figura è rimasta sino ai nostri giorni come segno astrologico e astronomico come segno usuale del sole. Forse per questa ragione la maggior parte degli archeologi, dovunque incontrano questo simbolo, pretendono di assegnargli un significato esclusivamente ”solare” mentre esso ha in realtà un senso ben più vasto e profondo; dimenticano, o ignorano, che il sole dal punto di vista di tutte le tradizioni antiche è in sé soltanto un simbolo quello del vero ”Centro del Mondo” che è il Principio divino.
Il rapporto che esiste tra il centro e la circonferenza, o tra ciò che rispettivamente rappresentano, è già indicato abbastanza chiaramente dal fatto che la circonferenza non potrebbe esistere senza il suo centro, mentre questo è del tutto indipendente da quella.
Tale rapporto può essere raffigurato in modo più esplicito con raggi provenienti dal centro e terminanti sulla circonferenza; questi raggi possono essere tracciati in numero variabile, dal momento che sono realmente in quantità indefinita come i punti della circonferenza; ma di solito per raffigurazioni di questo genere si sono scelti, dei numeri che hanno di per sé un valore simbolico. La forma più semplice è quella che rappresenta solo quattro raggi che dividono la circonferenza in parti uguali, cioè due diametri retti formati da una croce all’interno della circonferenza. Questa nuova figura ha lo stesso significato generale della prima, ma vi si aggiungono alcuni significati secondari che vengono a completarla; la circonferenza è l’immagine di un ciclo di manifestazione, del genere di quei cicli cosmici di qui la dottrina indù in particolare fornisce una teoria estremamente sviluppata. Le divisioni sulla circonferenza determinate dall’estremità dei bracci della croce corrispondono ai diversi periodi o fasi in cui si divide il ciclo; e una tale divisione può essere considerata con metri diversi, a seconda che si tratti di cicli più o meno estesi: si avranno così, i quattro momenti principali della giornata, le quattro fasi della luna, le quattro stagioni dell’anno, e secondo la concezione che troviamo sia nelle tradizioni dell’India e dell’America centrale che in quelle dell’antichità greco-latina, le quattro ere dell’umanità.
Tra le figure che comportano un maggior numero di raggi, dobbiamo menzionare in modo speciale le ruote o “rotelle” che ne hanno di solito sei o otto. La “rotella” celtica, si presenta sotto l’una o l’altra di queste forme; queste stesse figure, e soprattutto la seconda, si ritrovano in India (chakra) e nel Tibet. Nel linguaggio simbolico dell’India si parla costantemente della "ruota delle cose" o della "ruotaa della vita" il che corrisponde con il significato del simbolo del Mondo. Bisogna anche aggiungere che pure lo zodiaco viene rappresentato sotto forma di una ruota, naturalmente a dodici raggi, e che il suo nome in sanscrito significa letteralmente "ruota dei segni" .
C’è inoltre una certa connessione tra la ruota e i vari simboli floreali. Se si considerano certi fiori simbolici quali il loto, il giglio o la rosa, il loro sbocciare è come un irradiamento intorno al centro.
Ma il Centro non ha solo il significato del Principio, il centro è anche il “mezzo”, il punto equidistante da tutti i punti della circonferenza, che divide il diametro in due parti uguali. Fin qui, il centro era considerato in qualche modo prima della circonferenza, la quale ha realtà solo in quanto irradiamento di esso; ora invece lo consideriamo in rapporto alla circonferenza realizzata, vale a dire che si tratterà dell’azione del Principio in seno alla creazione. In mezzo fra gli estremi rappresentati da punti opposti della circonferenza è il luogo in cui le tendenze contrarie si neutralizzano e si trovano in perfetto equilibrio. Alcune scuole di esoterismo musulmano, che attribuiscono alla croce un valore simbolico, chiamano "stazione divina" il centro di questa croce, che designano come il luogo in cui si unificano tutti i contrari, in cui si risolvono tutte le opposizioni. L’idea che si esprime è quindi l’idea di equilibrio, dell’armonia. Vi è inoltre un altro aspetto legato al significato morale, ed è l’idea di giustizia; si può così ricollegare alla concezione platonica secondo la quale la virtù consiste in un giusto mezzo fra due estremi. Dal un punto di vista più universale, le tradizioni orientali parlano continuamente dell’ "Invariabile Mezzo" che è il punto in cui si manifesta l’ "Attività del cielo" e secondo la tradizione indù, al centro di ogni essere, come di ogni stato dell’esistenza cosmica, risiede un riflesso del Principio supremo.
L’equilibrio stesso, non è che il riflesso dell’immutabilità assoluta del Principio; per esaminare le cose sotto questo nuovo aspetto, bisogna considerare la circonferenza in movimento attorno al suo centro, che, solo, non partecipa a questo moto. Il nome stesso della ruota (rota) evoca l’idea della rotazione, la figura è quindi in continuo mutamento al quale sono sottoposte tutte le cose manifestate, nel quale però c’è solo un punto che rimane fisso, il Centro. Se allora la circonferenza nel suo continuo movimento rappresenta la ciclicità, il centro è l’immagine dell’eternità. La circonferenza può girare solo attorno ad un centro fisso; nello stesso modo il mutamento presuppone un principio al di fuori del mutamento: é "il motore immobile" di Aristotele, che è ancora una volta rappresentato dal centro.
Il Principio immutabile è dunque nello stesso tempo, tutto ciò che cambia o si muove, non ha realtà che per esso e dipende totalmente da esso, è ciò che fornisce al movimento il suo impulso iniziale, e anche ciò che in seguito lo governa e lo dirige, che gli dà la sua legge, essendo la conservazione dell’ordine del Mondo, nient’altro che un prolungamento dell’atto creatore. Esso è, secondo un’espressione indù ," l'Ordinatore Interno", poiché dirige tutte le cose dall’interno, risiedendo nel punto più interno di tutti, che è il Centro.
Ma ci sono altri significati del Centro: se esso è anzitutto un punto di partenza, è anche un punto di arrivo; tutto è derivato da esso, e tutto deve alla fine ritornarvi. Poiché tutte le cose esistono grazie al Principio, deve esserci un legame pemanente, raffigurato dai raggi che uniscono il centro con tutti i punti della circonferenza; ma tali raggi possono essere percorsi nei due sensi: dal centro alla circonferenza e viceversa. Si direbbero due fasi complementari, la prima rappresentata da un movimento centrifugo, la seconda da un movimento centripeto. Queste due fasi possono essere paragonate a quelle della respirazione e con la funzione fisiologica del cuore. Infatti il sangue parte dal cuore, si diffonde in tutto l’organismo vivificandolo, poi ritorna al cuore, (proprio come l’idea del centro).Tutti gli esseri, che dipendono dal loro Principio in tutto quel che sono, devono, consciamente o inconsciamente, aspirare a ritornare verso di esso.

Anello Alchemico

Grande Madre


Grande Madre

Grande Madre



LE MIE SCULTURE


Mi sono trovata spesso a riflettere a lungo su certe vaghe sensazioni che non riuscivo a spiegare, le cose a volte in questo mondo usano uno strano linguaggio, lontano dalla nostra dimensione, che si rende incomprensibile ad una parte dell'umanità, ma che qualcuno percepisce e tenta di decifrare. Io ho provato a trasferire le impressioni che avevo ricevuto da esse, nei miei elaborati. Il risultato é che ogni volta che li guardo, provo esattamente ciò che ho provato nel momento in cui li ho concepiti e forse questo costituisce la prova inconfutabile del loro valore profondo.


Quando parlo di cose intendo qualsiasi entità, (sia concreta che astratta), le sensazioni, le emozioni e tutto ciò che fa parte della vita di un essere umano. E’ difficile trasmettere attraverso la scultura il mistero dei sentimenti poiché non tutti riescono a recepirli nel modo in cui un artista li ha elaborati, può capitare che un’opera non abbia abbastanza forza in sé, e questo avviene quando non si è capito un angolo della nostra anima, il più nascosto, il più profondo, il più misterioso quello che in fondo si considera il più vero. Allora sarà utile rinunciare ogni giorno a qualcosa, in modo da rendere la nostra personalità più pura e più innocente. Solo attraverso questo tragitto il nostro operato riuscirà a provocare una certa vibrazione al fruitore e allora il risultato sarà positivo, anche l’opera che non ha senso per se stessa, che non ha soggetto, che dal punto di vista della logica umana non vuole dire assolutamente niente, può essere talmente forte in noi da procurarci una gioia o un dolore.
Sono convinta che alcune persone siano dotate di una grande sensibilità, capaci di sentire cose sconosciute e di vedere, come me, un mondo che nessuno conosce.


LA CAVERNA




La caverna simboleggia il viaggio sotterraneo, in origine quest'idea sarebbe stata legata ai riti funerari e poi trasferita ai riti iniziatici. Ma fra le due tipologie di caverne, o meglio di viaggi sotterranei, vi sono delle differenze, il primo legato essenzialmente al rito di sepoltura, l'altro alla migrazione di "oltretomba" che non riguarda per nulla il corpo che è lasciato dietro di sé abbandonando la vita terrestre. Ciò corrisponde all'analogia fra morte intesa nel senso comune della parola e la morte iniziatica. L'iniziazione infatti non può essere considerata una morte, essa al contrario è considerata una seconda nascita, come pure il passaggio dalle tenebre alla luce. Ora, il luogo di questa nascita è ancora la caverna.


Lo stesso appare del resto nel simbolo cristiano della Natività; è evidente che la caverna come luogo di nascita non può avere esattamente lo stesso significato della caverna come luogo di morte o di sepoltura. Ma questi due aspetti diversi sono collegati tra loro, la morte e la nascita non sono in fondo che le due facce di uno stesso cambiamento di stato, e si ritiene che il passaggio da uno stato ad un altro si debba sempre effettuare nell'oscurità; in questo modo, la caverna sarebbe dunque, più esattamente, il luogo stesso del passaggio: Ma per la verità la caverna iniziatica non è un luogo tenebroso ma è illuminata internamente, cosicchè l'oscurità regna al contrario al di fuori di essa, essendo il mondo profano assimilato alle tenebre esterne e la seconda nascita al tempo stesso un'illuminazione.


ZYGOTOS


Questo bronzetto è nato con l'idea di esaltare la fertilità, o meglio il momento in cui le due cellule uovo maschile e femminile si uniscono, si fondono magicamente e ancora più misteriosamente riescono ad accendere la vita in una nuova piccola cellula.
Atto primordiale della creazione che portiamo dentro di noi.


L’arca




Questa piccola scultura, è composta da due elementi distinti: l'arca e l'uovo.
L'uovo, o meglio "l'Uovo del Mondo" rappresenta la figura non del cosmo, ma ciò da cui si effettuerà il suo sviluppo; e se questo è rappresentato come un'espansione che si compie in tutte le direzioni a partire dal suo punto d' inizio, questo punto coinciderà con il centro stesso; così, "l'Uovo del Mondo"è centrale in rapporto al cosmo. La figura biblica del Paradiso terrestre, che è anche il "Centro del Mondo, è quella di una cinta circolare, che può essere considerata la sezione orizzontale di una forma ovoidale oppure sferica. La differenza fra queste due forme consiste essenzialmente nel fatto che quella della sfera, siccome si estende ugualmente in tutti i sensi a partire dal centro, è veramente la forma primordiale, mentre quella dell'uovo corrisponde ad uno stato già differenziato, che deriva dal precedente per una specie di polarizzazione o di sdoppiamento del centro. Questo sdoppiamento è raffigurato chiaramente anche nel simbolismo orientale dello Yin--yang, che si riallaccia anche a quello dell' Uovo del Mondo.
Le due metà in cui si divide l'uovo, secondo uno degli aspetti più comuni del suo simbolismo, diventano rispettivamente il cielo e la terra.
L' arca, primo mezzo di comunicazione, di scambio fra popoli di culture diverse è la metafora di un viaggio. Un viaggio come una vita, un viaggio dopo la vita che ci guida in un' altra dimensione lontana, al di là della materia. La barca così trasporta l'anima in una nuova realtà che si trova più in alto del pensabile. A suggerire un approdo in un empireo sconosciuto è la forma della mezza luna.
Secondo una frequente usanza islamica, al vertice dei minaretti o delle quibbah, si trova un insieme di tre globi, che rappresentano i tre mondi, che sono: àlam el-mulk, àlam el-malakùt e àlam el- jabbarùt, questi tre mondi corrispondono alla Terra, Atmosfera e Cielo. Al di sopra di essi la mezza luna che li domina, simbolo della Maestà divina (el-jalàl) che corrisponde al quarto mondo, àlam el-ezzah il quale è extra-cosmico.



Karneios e Kronos

Karneios e Kronos due nomi con la stessa radice KRN che esprimono essenzialmente le idee di ”potenza“ e di “elevazione”.
Nel senso di elevazione il nome Kronos conviene perfettamente a Saturno che corrisponde alla più alta delle sfere planetarie. Talvolta si tende a considerare Saturno una forza malefica mentre l’aspetto benefico rimane legato al nome Karneios, per via dello sdoppiamento di questi nomi che in origine erano uno solo; ed è vero inoltre che il simbolismo del sole presenta in se stesso i due aspetti opposti, vivificante e mortifero, produttore e distributore. Karneios è il Dio del Karn, cioè dell’ “alto luogo” che simboleggia la montagna sacra del polo, ma nello stesso tempo Karneios è anche il significato stesso del suo nome il “Dio potente”.

Il nome stesso di corno, si ricollega alla radice KRN così come quello di corona che è un'altra espressione simbolica delle stesse idee poiché le due parole (in latino Cornu e Corona ) sono molto vicine. E’ evidente che la corona è l’insegna del potere e il segno di un rango elevato, e troviamo un primo accostamento con le corna nel fatto che sia queste che quelle sono poste sulla testa. Inoltre le corna era originariamente un cerchio ornato di punte a forma di raggi, e le corna sono similmente considerate raffigurazioni dei raggi luminosi.


Le corna possono essere paragonate ad armi da cui deriva l’idea di forza e di potenza. D’altra parte anche i raggi luminosi sono attribuiti alla forza e potenza. Per esempio ci sono molti esempi nei quali le corna sono impiegate come simboli di potenza; nella Bibbia, nella Apocalisse e in un testo di tradizione araba che designa Alessandro con il nome di El-Iskandar dhùl-qarnein, cioè dalle due corna. Le corna, nel loro uso simbolico, assumono due forme principali: Quella delle corna di ariete che è propriamente solare, e quella delle corna di toro che è al contrario lunare richiamando la forma stessa della mezza luna.

martedì 5 dicembre 2006

MILO

venerdì 1 dicembre 2006

Al mio Milo

E' facile comprendere perché molta gente non ama i gatti.
I gatti sono meravigliosi, suggeriscono l'idea della lussuria, della pulizia, del piacere voluttuoso
Charles Baudelaire

I fervidi innamorati e gli austeri dotti amano ugualmente nella loro età matura, i gatti possenti e dolci, orgoglio della casa, come loro freddolosi e sedentari.

Amici della scienza e della voluttà, ricercano il silenzio e l'orrore delle tenebre; l'Erebo li avrebbe presi per funebri corsieri se mai avesse potuto piegare al servaggio la loro fierezza.

Prendono, meditando, i nobili atteggiamenti delle grandi sfingi allungate in fondo a solitudini, che sembrano addormirsi in un sogno senza fine;

le loro reni feconde sono piene di magiche scintille e di frammenti aurei; come sabbia fine scintillano vagamente le loro pupille mistiche.

Charles Baudelaire, I fiori del male - Spleen e ideale