domenica 17 dicembre 2006

L’idea del centro

L’idea del centro ha una grandissima importanza per tutte le tradizioni antiche anche se per i moderni non evoca più tutto ciò che vi scorgevano i nostri antenati.
Il Centro è, prima di tutto, l’origine il punto di partenza di tutte le cose; è il punto principale senza forma e senza dimensione, dunque invisibile, e di conseguenza, la sola immagine che si possa dare dell’Unità primordiale. Da esso sono prodotte, per irradiazione, tutte le cose, come l’Unità produce tutti i numeri, senza che la sua essenza ne venga alterata in alcuna maniera. Il punto centrale è il Principio l’Essere puro; e lo spazio che esso empie del suo irradiamento e non esiste che per questo irradiamento, senza il quale lo spazio non sarebbe che “ privazione e nulla”, è il Mondo nel senso più ampio della parola, insieme di tutti gli esseri e di tutti gli stati di esistenza che costituiscono la manifestazione universale.
La sua rappresentazione più semplice, è il punto al centro del cerchio. Il punto è l’emblema del Principio, il cerchio quello del Mondo. E’ impossibile far risalire l’uso di questa raffigurazione a qualsiasi origine nel tempo, poiché la s’incontra frequentemente su oggetti preistorici; indubbiamente è uno dei segni che si ricollegano della tradizione primordiale.
Talvolta, il punto è circondato da più cerchi concentrici che sembrano rappresentare i diversi stati o gradi dell’esistenza manifestata, disponentisi gerarchicamente secondo la loro maggiore o minore distanza dal Principio primordiale. Il punto al centro del cerchio è stato anche assunto, e probabilmente fin da un’epoca assai remota, come una figura del sole, perché esso nell’ordine fisico è realmente il centro o il “Cuore del Mondo”; e tale figura è rimasta sino ai nostri giorni come segno astrologico e astronomico come segno usuale del sole. Forse per questa ragione la maggior parte degli archeologi, dovunque incontrano questo simbolo, pretendono di assegnargli un significato esclusivamente ”solare” mentre esso ha in realtà un senso ben più vasto e profondo; dimenticano, o ignorano, che il sole dal punto di vista di tutte le tradizioni antiche è in sé soltanto un simbolo quello del vero ”Centro del Mondo” che è il Principio divino.
Il rapporto che esiste tra il centro e la circonferenza, o tra ciò che rispettivamente rappresentano, è già indicato abbastanza chiaramente dal fatto che la circonferenza non potrebbe esistere senza il suo centro, mentre questo è del tutto indipendente da quella.
Tale rapporto può essere raffigurato in modo più esplicito con raggi provenienti dal centro e terminanti sulla circonferenza; questi raggi possono essere tracciati in numero variabile, dal momento che sono realmente in quantità indefinita come i punti della circonferenza; ma di solito per raffigurazioni di questo genere si sono scelti, dei numeri che hanno di per sé un valore simbolico. La forma più semplice è quella che rappresenta solo quattro raggi che dividono la circonferenza in parti uguali, cioè due diametri retti formati da una croce all’interno della circonferenza. Questa nuova figura ha lo stesso significato generale della prima, ma vi si aggiungono alcuni significati secondari che vengono a completarla; la circonferenza è l’immagine di un ciclo di manifestazione, del genere di quei cicli cosmici di qui la dottrina indù in particolare fornisce una teoria estremamente sviluppata. Le divisioni sulla circonferenza determinate dall’estremità dei bracci della croce corrispondono ai diversi periodi o fasi in cui si divide il ciclo; e una tale divisione può essere considerata con metri diversi, a seconda che si tratti di cicli più o meno estesi: si avranno così, i quattro momenti principali della giornata, le quattro fasi della luna, le quattro stagioni dell’anno, e secondo la concezione che troviamo sia nelle tradizioni dell’India e dell’America centrale che in quelle dell’antichità greco-latina, le quattro ere dell’umanità.
Tra le figure che comportano un maggior numero di raggi, dobbiamo menzionare in modo speciale le ruote o “rotelle” che ne hanno di solito sei o otto. La “rotella” celtica, si presenta sotto l’una o l’altra di queste forme; queste stesse figure, e soprattutto la seconda, si ritrovano in India (chakra) e nel Tibet. Nel linguaggio simbolico dell’India si parla costantemente della "ruota delle cose" o della "ruotaa della vita" il che corrisponde con il significato del simbolo del Mondo. Bisogna anche aggiungere che pure lo zodiaco viene rappresentato sotto forma di una ruota, naturalmente a dodici raggi, e che il suo nome in sanscrito significa letteralmente "ruota dei segni" .
C’è inoltre una certa connessione tra la ruota e i vari simboli floreali. Se si considerano certi fiori simbolici quali il loto, il giglio o la rosa, il loro sbocciare è come un irradiamento intorno al centro.
Ma il Centro non ha solo il significato del Principio, il centro è anche il “mezzo”, il punto equidistante da tutti i punti della circonferenza, che divide il diametro in due parti uguali. Fin qui, il centro era considerato in qualche modo prima della circonferenza, la quale ha realtà solo in quanto irradiamento di esso; ora invece lo consideriamo in rapporto alla circonferenza realizzata, vale a dire che si tratterà dell’azione del Principio in seno alla creazione. In mezzo fra gli estremi rappresentati da punti opposti della circonferenza è il luogo in cui le tendenze contrarie si neutralizzano e si trovano in perfetto equilibrio. Alcune scuole di esoterismo musulmano, che attribuiscono alla croce un valore simbolico, chiamano "stazione divina" il centro di questa croce, che designano come il luogo in cui si unificano tutti i contrari, in cui si risolvono tutte le opposizioni. L’idea che si esprime è quindi l’idea di equilibrio, dell’armonia. Vi è inoltre un altro aspetto legato al significato morale, ed è l’idea di giustizia; si può così ricollegare alla concezione platonica secondo la quale la virtù consiste in un giusto mezzo fra due estremi. Dal un punto di vista più universale, le tradizioni orientali parlano continuamente dell’ "Invariabile Mezzo" che è il punto in cui si manifesta l’ "Attività del cielo" e secondo la tradizione indù, al centro di ogni essere, come di ogni stato dell’esistenza cosmica, risiede un riflesso del Principio supremo.
L’equilibrio stesso, non è che il riflesso dell’immutabilità assoluta del Principio; per esaminare le cose sotto questo nuovo aspetto, bisogna considerare la circonferenza in movimento attorno al suo centro, che, solo, non partecipa a questo moto. Il nome stesso della ruota (rota) evoca l’idea della rotazione, la figura è quindi in continuo mutamento al quale sono sottoposte tutte le cose manifestate, nel quale però c’è solo un punto che rimane fisso, il Centro. Se allora la circonferenza nel suo continuo movimento rappresenta la ciclicità, il centro è l’immagine dell’eternità. La circonferenza può girare solo attorno ad un centro fisso; nello stesso modo il mutamento presuppone un principio al di fuori del mutamento: é "il motore immobile" di Aristotele, che è ancora una volta rappresentato dal centro.
Il Principio immutabile è dunque nello stesso tempo, tutto ciò che cambia o si muove, non ha realtà che per esso e dipende totalmente da esso, è ciò che fornisce al movimento il suo impulso iniziale, e anche ciò che in seguito lo governa e lo dirige, che gli dà la sua legge, essendo la conservazione dell’ordine del Mondo, nient’altro che un prolungamento dell’atto creatore. Esso è, secondo un’espressione indù ," l'Ordinatore Interno", poiché dirige tutte le cose dall’interno, risiedendo nel punto più interno di tutti, che è il Centro.
Ma ci sono altri significati del Centro: se esso è anzitutto un punto di partenza, è anche un punto di arrivo; tutto è derivato da esso, e tutto deve alla fine ritornarvi. Poiché tutte le cose esistono grazie al Principio, deve esserci un legame pemanente, raffigurato dai raggi che uniscono il centro con tutti i punti della circonferenza; ma tali raggi possono essere percorsi nei due sensi: dal centro alla circonferenza e viceversa. Si direbbero due fasi complementari, la prima rappresentata da un movimento centrifugo, la seconda da un movimento centripeto. Queste due fasi possono essere paragonate a quelle della respirazione e con la funzione fisiologica del cuore. Infatti il sangue parte dal cuore, si diffonde in tutto l’organismo vivificandolo, poi ritorna al cuore, (proprio come l’idea del centro).Tutti gli esseri, che dipendono dal loro Principio in tutto quel che sono, devono, consciamente o inconsciamente, aspirare a ritornare verso di esso.

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