martedì 22 maggio 2007





IL POZZO E LA DEA MADRE



Sin dall’antichita’ il pozzo aveva oltre a valenze di natura civile anche valenze di natura magica. La magia del pozzo la ritroviamo soprattutto in ambito celtico…facile e’ subito l’accostamento con il "pozzo del graal" o "calice weel", luogo ove si narra fosse stato nascosto il graal, non a caso simbolo della religione unica, legata alla dea Madre.
Il pozzo cosi’, oltre che a raccoglier l’acqua, ha una profonda valenza simbolica, diventa il luogo ove si posson compiere riti di purificazione, e in questo caso il pozzo assume piu’ le connotazioni della vasca, ma puo’ esser anche il modo per collegare l’uomo alla terra, ed ecco cosi’ il fiorire nel periodo medievale di pozzi senza fondo come quello di San Patrizio. Ma questo non e’ l’unico aspetto del pozzo, vi sono numerose leggende sui "pozzi dei desideri" ove basterebbe lanciare una monetina per realizzare cio’ a cui si aspira fortemente. Il pozzo, la vasca, dunque , hanno sempre avuto una forte valenza magica, essi sono cosi’ fortemente legati ai culti di divinita ctonie, cioe’ terrestri, ma nn solo. Infatti il pozzo e’ proprio il tramite tra il cielo e la terra, simbolo antico del culto ormai scomparso della Dea Bianca.
Il pozzo diventa cosi’ luogo per la purificazione, ma perche’ il luogo sia adatto , la prima cosa da fare e’ TROVARE LA LUNA NEL POZZO, espressione popolare che significa la realizzazione di un desiderio , qualcosa di veramente difficile e che affonda le radici in qualcosa di ben piu’ importante e antico di cui adesso parleremo. Per avere una idea della sacralita’ del pozzo noi ci riferiremo ai pozzi sardi che, per particolari caratteristiche meglio di altri si adattano a far capire il segreto di tale costruzione.


IL POZZO DI SANTA CRISTINA



Nei pressi di Oristano troviamo un sito di particolare interesse, il pozzo di Santa Cristina, detto pozzo nuragico o pozzo sacro, in sardegna di questi pozzi nuragici ve ne sono circa una quarantina , ma appunto , il piu’ rappresentativo e’ quello di Santa Cristina, che prende il nome da una chiesata costruita lì vicino. Esaminiamo il pozzo, dalla scalinata centrale si accede all’omphalos…qui al centro si raccoglie l’acqua, acqua che secondo le popolazioni preistoriche aveva poteri terapeutici, sembra che la divinita’ delle popolazioni nuragiche dimorasse nell’acqua e sempre qui si svolgessero particolari cerimonie legate sempre all’acqua.

La copertura del pozzo , detta a Tholos, e’ una falsa cupola con un foro sulla sommita’,che aveva varie funzioni…infatti ogni 18 anni e mezzo, cioe’ ogni anno lunare e quando la sua declinazione e’ massima, la luna va ad illuminare una persona posizionata in una particolare nicchia del pozzo. Ma non solo, infatti il pozzo era orientato in maniera particolare in modo che durante gli equinozi il sole illuminasse la scalinata e giungesse fino all’acqua.
La funzione del pozzo nn e’ per nulla chiara, alcuni dicono che il pozzo sarebbe un luogo di culto delle acque, pero’ noi possiamo azzardare una ipotesi basata sugli studi sul culto della Luna o dea bianca e dove l’acqua e’ solo il "mezzo". Infatti si potrebbe ipotizzare il pozzo come luogo ove si potevano svolgere culti di fertilita’-purificazione, cioe’ la donna scendeva nel ventre della dea madre terra e li’, in abluzione, riceveva il principio celeste che, appunto ogni 18 anni e mezzo, si ricongiungeva con il principio femminile-terra.

http://www.archeologiasarda.com/pozzo_s_cristina.asp

giovedì 17 maggio 2007





L'arte non è solo quella degli oggetti visibili i cui margini annodano le forme che sembra quasi di toccarle, concrete, materiali, carnose. L'arte è plasma in movimento, cangiante, che muta, riflette, riverbera, dove tornano parti perdute di sè, zone rimosse o fatti indigesti diluiti dall'azione creativa. E' il mondo delle cose invisibili, il quadro magico, sacro, divino, assente agli occhi che guardano fuori, presente invece ai ciechi capaci di entrare nel buio e in grado di aprirsi un varco nell'arte della luce. L'anima è il pennello che coglie gli effetti, che si fa sentire senza farsi vedere.

(Giuseppe Pansini, da "Il canto di Pan")

venerdì 11 maggio 2007




Voglio, avròVoglio, avrò
se non qui,
in altro luogo che ancora non so.
Niente ho perduto.
Tutto sarò.

Fernando Pessoa